Pulizie di primavera

Se c’è un momento della filmografia Disney davanti al quale ho sempre provato totale pura incancellabile invidia è Biancaneve che pulisce con gli animali del bosco.

La casa dei nani è una stalla radioattiva che i NAS butterebbero giù a colpi di palla da demolizione e seppellirebbero sotto diversi metri cubi di terra per poi pressarla ben bene con una schiacciasassi, togliersi i guanti sghignazzando e pensando al grattacapo che sarà per gli archeologi del futuro questo grumo di sozzura.

Ma non Biancaneve. E non lasciamoci deviare dai necessari fastidi su genere, ruoli e varie di un film del 1937 e di una storia di inizio Ottocento. Se ti è più comodo pensa sia Bianconeve, è uguale.
Lei si appoggia sulla scopa come fosse uno scettro, con un fluido movimento lascivo e unghie perfettamente curate ordina a cerbiatti, scoiattoli, uccellini e coniglietti di mettersi al lavoro e senza neanche lontanamente immaginare una risposta contraria o ostile da parte della fauna allibita, inizia a fischiettar.
La coreografia allegra e gioiosa ti trascina nelle pulizie con un sorriso beato stampato in faccia ma sotto sotto rimane l’amaro in bocca. Sta smorfiosa. Dove sono gli orsetti lavatori e i passerotti nella mia di vita? Che crudeltà. E che manipolazione! La volpona canta ma se appena smette vuoi vedere come le si rivoltano contro? Le distrae ste povere bestie, a chi piace far le pulizie maddai!!
O magari son solo io che sono cinica e cattiva e penso a un sindacato di cerbiatti che pretende pause e ferie pagate.

Le pulizie però sono lì. Parte della vita sotto tanti livelli: igiene personale, domestica, energetica.
E per quanto alcuni aspetti siano delegabili, molti non lo sono e ci si deve necessariamente sporcare le mani.
Le pulizie ci fan aprire le ante di quell’armadio in cui potremmo scommetterci che c’è uno scheletro (e nel mio caso maschere e boccagli che tutti gli anni quando è ora non so mai dove li ho messi) e rimaniamo lì con la mano sulla maniglia.
Le pulizie spaventano perché spesso sono aree nelle quali abbiamo detto vabbè dai finché la barca va, ci penso dopo. E quel dopo arriva inesorabile e ti chiedi se non è il caso di lasciar andar la barca ancora un po’ e girare i tacchi. E far finta che quell’armadio esista in un’altra dimensione e non nel tuo corridoio e che se guardi dall’altra neanche lo vedi anche se ci passi davanti tutti i giorni e più volte al giorno.

Bene. Gli strumenti di Access sono i tuoi orsetti lavatori. Lavorano con te come la più umile delle palette per raccogliere la polvere e lavorano per te come forza lavoro ben addestrata, precisa ed efficiente. Ed essendo che sono incorporei non devi neanche metterli via o far manutenzione.
Come scoiattoli invisibili aspettano i tuoi comandi e ovunque tu li diriga si mettono all’opera. E un semplice strumento può notevolmente funzionare in più aree perché tutti sono animati da muovere, smuovere e render le cose più funzionali, più pratiche, più fruibili.

E a volte la parola “strumenti” non rende giustizia perché per dire: un trapano, immediatamente ci fa pensare alla mano che lo manovra e se è per scopi di crescita personale chi sarà mai questa mano che lo manovra? Io? E se non l’ho mai fatto? E se scopro di non esser assolutamente in grado di adoperarlo? E se l’ho comprato in un momento di ottimismo ma poi lo lascio lì a prender polvere?
Con gli strumenti di Access Consciousness è un po’ diverso. Certo, se non li usi non agiranno. Ma non è necessario essere un professionista per usarli. Puoi anche solo leggerli o ascoltarli e chiederti come sarebbe se li calassi in una situazione x della tua vita al momento. La timidezza iniziale, la reverenza del nuovo non ne altera l’efficacia. Anzi, più sei curioso di cosa e dove andranno ad agire e più funzionano. Meno conclusioni e più disponibilità a metterti in gioco sono proporzionali al risultato ottenibile.
E in parte sono magici come la più waltdisneyana adorabile tartaruga dei cartoni animati che non ha bisogno di istruzioni dettagliate e continui check da parte tua, ma esercita il suo potere e ti stupisce oltre alle tue aspettative.

Quindi sì, nelle pulizie di vecchi pattern relazionali, abitudini, pigrizie, rigidità, promesse, intolleranze, conformismi e punizioni gli strumenti di Access Consciousness prima li scegli attivamente e poi sta a te quanto attivamente adoperarli o quanto lasciare che agiscano da soli.

L’invito di questo articolo è di guardarti intorno, fare un inventario della tua vita, magari scriverti una lista di priorità e poi attivamente scegliere uno o più strumenti per ristrutturarla in modo che si adatti a chi sei tu in questa stagione. Magari qualche strumento già lo possiedi e magari qualcuno lo puoi aggiungere alla tua cassetta degli attrezzi, sbirciando il catalogo sempre in crescita e variatissimo delle serate di chiarezza che i facilitatori tengono in presenza e online.

Sbircia sul sito di Access tra tutte le clarity night e vedi se c’è qualcosa che cattura la tua attenzione.

Bonus per le classi online: puoi perfino ascoltarle mentre pulisci casa. Una schiera di animaletti renderà il tuo compito più lieve e spedito.