Fidati del tuo corpo

“Corpo, cosa richiedi?” è una domanda semplice eppure capace di attivare una connessione immediata con il corpo. È la scelta di includerlo, di ascoltare la sua risposta, qualsiasi essa sia. All’inizio, abituati a considerarlo come qualcosa di cui siamo noi a decidere tutto, la domanda sembra cadere nel vuoto. Non sappiamo se, quando e come esso risponda, è un dialogo che nessuno ci ha mai insegnato. Prendersi cura del corpo facendo sport, mangiando bene, dormendo le ore consigliate, rispettando gli orari dei pasti canonici è già moltissimo: denota un’attenzione che non tutti hanno per il loro Grande Amico. Tuttavia le scelte in questa direzione sono spesso compiute da ciò che noi riteniamo giusto, da ciò che ci dicono gli specialisti, in base a sesso, età, genetica, e più raramente da un rapporto di reale ascolto e connessione. “Corpo, cosa vorresti mangiare oggi?” è un’altra super domanda che destruttura il concetto di dieta regolare - a pranzo i carboidrati e a cena le proteine – tanto per fare un esempio molto comune.

Ciò che propone Access Consciousness rispetto al corpo è davvero interessante e cambia tanti paradigmi a cui siamo abituati. “Il tuo corpo è dentro di te o tu sei all’interno del tuo corpo?” Si legge a pag. 2 del manuale del corso di processi sul corpo. E la risposta è “Il tuo corpo è dentro di te! Tu hai creato il tuo corpo. Il tuo corpo ha consapevolezza”. Per tornare al discorso dei paradigmi, essi donano un contributo e hanno un loro valore, ma la domanda da farsi è: “Cosa funziona per il mio corpo rispetto al cibo?”, ad esempio. “Corpo, mostrami quando vorresti mangiare”. E potrebbe risponderti con una insolita mancanza di appetito all’ora di pranzo, proprio perché se tu gli parli, lui ti comunica un messaggio. E stai lì a chiederti perché tu non abbia fame, nonostante una mattinata frenetica, e consideri questo come qualcosa di strambo, vai alla ricerca dei perché, quando, invece, si tratta di ciò che il tuo corpo desidera veramente in quello specifico giorno. Se sei abituato a viverlo come quell’amico con cui vai al cinema senza chiedergli mai che film vorrebbe vedere, l’inizio del dialogo con esso può disorientare: non ci capisci nulla, non sai se ti abbia risposto, ti senti scemo. È semplicemente un muscolo che può essere allenato giornalmente, o quando ti diverte fare le domande al tuo corpo. I quesiti sono infiniti, su ogni tipo di argomento: i soldi, il business, il partner, i colleghi, il tipo di attività fisica. E si nota una differenza sostanziale quando si prende il via con le domande: arrivano sussurri, inviti, intuizioni che non sono altro che le risposte del corpo. Come si fa a capire che quel “non so che” sia proprio la risposta? Non si capisce con la mente: sembra che non lo sai - ed invece lo sai - che è il corpo che ti sta dando un segnale.

Siamo abituati ai messaggi forti, e solo allora, presi dalla paura o da una condizione limitante, ci fermiamo correggendo il tiro, cambiando un comportamento o inserendone uno nuovo. Molti conoscono questo tipo di comunicazione: il corpo che urla. Come sarebbe invece iniziare a ricevere sussurri giocando con le domande? Chi, da piccolo, non ha avuto qualcosa o qualcuno con cui parlare? Un giocattolo, una bambola, un amico immaginario, un confidente segreto? Poi questa modalità si è persa, relegata nello spazio della stranezza. Si diventa grandi e la parte magica e sottile lascia spazio alla mente, alla praticità, alla cosiddetta maturità. Invece quanto è bello e divertente parlare con il proprio corpo, includerlo, lasciarsi condurre soprattutto quando non si ha chiarezza? Corpo, per cortesia, mostrami la via. Noi siamo essere infiniti con un corpo: noi percepiamo e lui sente. Come esseri infiniti creiamo il nostro corpo, anche se esso ha i suoi punti di vista che non sono necessariamente uguali ai nostri. Che vuol dire questo? Proviamo a fare la domanda “Corpo, quanto vorresti pesare?” e mettiamoci in ascolto della risposta. Può arrivare un’informazione totalmente diversa da ciò che abbiamo pensato o deciso. Concludiamo che non sia possibile perché ormai abbiamo una certa età e non possiamo più avere il peso forma dei 30 anni. Eppure, se si avesse la costanza di fare questa domanda e di ricevere la risposta invitando il corpo a mostrare la via per essere quell’informazione, si manifesterebbero magie e segnali così eloquenti da indurre a rivedere totalmente il proprio sistema di credenze. E come sarebbe, dunque, fidarsi del corpo, delle sue consapevolezze e lasciarlo fare, essendo presenti e disposti a che sia lui ad essere il nostro GPS? Ci saranno dei giorni dove tutto sarà facile e degli altri in cui ci si sentirà smarriti; è l’energia del gioco che può rendere tutto molto più leggero. Se si è stati per tanto tempo disconnessi dal corpo, le risposte all’inizio saranno meno chiare e non veloci: va ricreato il contatto. Ed Access Consciousness, con i numerosi body process, offre una via davvero molto facile e nutritiva per ridonare spazio e gentilezza al corpo. Per saperne di più visita questa pagina.