Come sarebbe non dare significato al percepito?

Quanto abbiamo imparato a rendere importante qualcosa semplicemente per il fatto di percepirlo? Avrà un senso se sta entrando nel mio mondo: non sarà un caso. Cosa vorrà dirmi l'Universo con tutto questo? Gli strumenti di Access Consciousness, tra domande, frase di pulizia, Access Bars e Body Process espandono notevolmente la nostra consapevolezza e la capacità di percepire. A volte ci si sente sopraffatti da un fiume di informazioni che tendiamo a rendere di valore proprio perchè arrivano a toccarci entrando nel nostro spazio. Il PERCEPITO diventa subito significativo e mentre si cerca di interpretarlo lo si tiene vivo e in posizione. Si parla spesso di ENERGIE POSITIVE e di ENERGIE NEGATIVE, di BENE e di MALE, categorie a cui possiamo ricorrere per chiarire e collocare tutto ciò che si mostra e che sentiamo. E si può rischiare di attribuire allo strumento LEGGERO E PESANTE di Access Consciousness una etichetta morale: il leggero è il bene e il pesante è il male. Nel manuale di Fondazione si legge: "Morale riguarda sempre il giudizio. La moralità riguarda solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato", e ancora: "Amorale riguarda l'assenza di giudizio".

Si dedica molto tempo a questa operazione di catalogazione e collocazione del PERCEPITO. Anche quando usiamo il bellissimo strumento A CHI APPARTIENE QUESTO? e ridiamo al mittente tutto con la consapevolezza attaccata, ci possono restare addosso, anche senza rendercene conto, il pensiero e la valutazione di ciò che restituiamo. LA CONSAPEVOLEZZA INCLUDE TUTTO E NON GIUDICA NULLA è proprio lo spazio di accoglienza e di allowance, nel quale nulla è veramente RILEVANTE.

Nella classe di Fondazione si impara questa domanda "Questo è davvero rilevante per la mia vita?” che puoi applicare a tutto, anche a ciò che sai che NON E' TUO e che però, poichè lo hai percepito, tendi a renderlo significativo. A volte questo meccanismo è molto veloce e non si coglie subito. Lo restituisco al mittente ma ancora gli dò valore, semplicemente perchè l'ho sentito nel corpo, ad esempio. Non dare rilevanza non è diventare insensibili o menefreghisti: una scatola vuota che perde gradualmente significato. Si tratta di essere spazio e consapevolezza, è un costante PERCEPIRE, ESSERE, SAPERE E RICEVERE senza che nulla diventi più forte al punto di contrarre il proprio spazio. Il PERCEPITO, infatti, è quel bagaglio che tante volte prende il comando e si impossessa di noi. Si mette alla guida del nostro percorso e noi si diventa l'effetto. Il Dr Dain Heer dice spesso che più è intenso e più non è nostro. Ci è stato insegnato che tutto quello che sentiamo e che si mostra anche nel corpo fa parte di noi: quanta libertà dà, invece, riconoscere che siamo delle antenne che captano informazioni. Tuttavia ciò che captiamo è talmente presente, a volte, che concludiamo che sia nostro e che sia rilevante e vero.

La velocità con cui una intensità se ne va quando RIDIAMO AL MITTENTE o quando facciamo l'esercizio dell'espansione - giù le barriere e mi espando, mi espando, mi espando - è la PROVA (ne abbiamo talvolta bisogno) di quanto siamo PERCETTORI e non POSSESSORI di informazioni. Le emozioni, i pensieri, le sensazioni, i funzionamenti donano identità: IO sono quella persona che ogni volta che sente o fa quella cosa SI RICONOSCE e ne trae un senso di sicurezza. Se invece nulla è mio, CHI SONO VERAMENTE? Sei un essere energeticamente infinito con un corpo, potenzialmente senza frontiere.