La domanda è la tua scelta di non essere MAI l’effetto

Nel manuale della classe di formazione per diventare Operatore Access Bars c’è un bellissimo brano dedicato alla DOMANDA e al perché utilizzarla. Non si tratta di ottenere una risposta lineare e definita, bensì di attivare qualcosa che apra la porta ad una consapevolezza. “Se nella tua vita sei nella domanda, non c’è nulla che non potrai cambiare” si legge nel paragrafo.
E a seguire c’è un potente processo verbale che smonta l’abituale costrutto mentale che si affida alla logica: se parto da A arriverò a B.

Facendolo ogni giorno - quel processo – (e mi raccomando recuperalo e trascrivilo in un foglio da affiggere sull’anta del tuo armadio) ci si sorprende nel riconoscere come la domanda sia un muscolo e come possa essere gradualmente allenata “occupando” sempre più spazio nella propria giornata. “Quali scuse stai usando per evitare la domanda? Cosa hai concluso che è, che invece non è?” (riferito ad esempio ad una specifica situazione).
La Signora Conclusione si annida spesso anche nelle domande, soprattutto all’inizio. Ad esempio, domandando “Che cosa ci vorrebbe per essere felice?” hai già deciso che NON SEI FELICE.
Il “Chiedi e ti sarà dato” non dovrebbe partire dall’energia della mancanza: poiché ho deciso che non sono felice, chiedo di esserlo. La domanda implica in sé la consapevolezza che siano disponibili infinite possibilità per tutti e che esse possano essere scelte. Come sarebbe entrare in questa energia ogni volta che se ne formula una? “La domanda potenzia, mentre la risposta depotenzia”: altra frase che si legge nel manuale Bars. Quindi, cosa riceviamo quando facciamo una domanda?
Riceviamo un’informazione sottile, una energia, una consapevolezza.

Si tratta di qualcosa di totalmente diverso rispetto a ciò a cui siamo abituati: è un affidarsi ad un altro piano, oltre la razionalità, nel quale vi sono “sussurri” di sapere che nel mondo cognitivo non sarebbero presi in considerazione. Non c’è da capire, c’è semplicemente da scegliere un’altra strada e fare domande, per qualsiasi cosa, e vedere che cosa si mostra.

Quando dai qualcosa per scontato o lo attribuisci al Fato quel qualcosa non può cambiare. “Eh, ma qui non dipende da me, ci sono altre persone coinvolte che stanno scegliendo di…” la naturale obiezione che sorge spontanea.
E come sarebbe fare una domanda? Come sarebbe riconoscere il personale dono che ognuno ha di cambiare le molecole?
“Quale energia, spazio e consapevolezza posso essere per modificare questo?”

La domanda ti dona la consapevolezza che possa essere arrivato il momento di lasciare andare qualcosa, ad esempio. Ma prima di farlo dallo spazio della
conclusione, come sarebbe esplorare, fare chiarezza, usare le domande? E quando non sai come formulare un quesito puoi chiedere “Quale domanda funzionerà qui per avere ancora più chiarezza?”

A seguire una serie di domande “salvagente”, che possono essere di grande supporto. Attingendo ancora al manuale Bars abbiamo “Cos’altro è possibile? E come può essere ancora meglio di così?” da usare quando tutto va a gonfie vele, per espandere ancora di più lo spazio; molto efficace anche quando le cose non stanno funzionando, per aprire la strada ad altro. E il magico quartetto
che si trova nel paragrafo PERCHE’ UNA DOMANDA, a volte sottovaluto ed invece così prezioso per cambiare velocemente il contesto nel quale stiamo avendo una intensità.

  1. Che cos’è questo?
  2. Cosa ci faccio?
  3. Posso cambiarlo?
  4. Se si, come lo cambio?


E lo stupendo A CHI APPARTIENE QUESTO? che all’inizio viene usato come soluzione, per risolvere qualcosa che è arrivato ad “invadere” e solo successivamente si riconosce il naturale funzionamento dell’essere infinito che semplicemente RICEVE E PERCEPISCE tutto ed impara, anziché tenersi ogni cosa, a restituire il malloppo al mittente (perché non subito ci viene facile rinunciare a trattenere, pensiamo che sia nostro e che se è nostro ci definisca e che se ci definisce sappiamo chi siamo).
Qualche altra domanda tipo “pronto soccorso”, per tutte le volte che qualcosa va diversamente dall’aspettativa, perché ci eravamo attesi un certo esito ed invece arriva la doccia fredda: COSA C’E’ DI GIUSTO QUI CHE NON STO ANCORA RICONOSCENDO?
I piani dell’Universo non sono sempre chiari e la capacità di guardare oltre l’evento non sempre è immediata. Questa domanda alleggerisce l’intensità, ci porta nello spazio della FIDUCIA e dello stare con le barriere abbassate a ricevere con facilità ciò che si è mostrato. Quante volte abbiamo ascoltato che l’Universo ci guarda sempre le spalle e ci abbiamo creduto soprattutto quando qualcosa è andato alla grande. Ma quando arriva il disguido o l’intoppo, quanto facilmente perdiamo fiducia nell’Universo? Quanto poco consideriamo che, volendo essere totalmente onesti con noi stessi, ad aver invitato quell’evento possiamo essere stati proprio noi?
COSA HO SCELTO QUI CHE HA CREATO QUESTO? Altra domanda immensa e al contempo scomoda. Quanto vulnerabile - nell’accezione di Access Consciousness – devi essere per scegliere di farti questa domanda? Smettendo così di cercare fuori la causa, di incolpare la vita o qualcuno. Come esseri energeticamente infiniti creiamo tutto, anche quello che non ci piace e che non ci funziona. COS’ALTRO POSSO SCEGLIERE QUI CHE RESISTO A SCEGLIERE?
E poi una mattina ti svegli e ti accorgi di essere LA DOMANDA e di incarnare pienamente quella energia, senza usare le parole.