Ricevere non è scegliere

Il Ricevere, disponibilità ad accogliere tutto e tutti senza punti di vista, non implica come passaggio automatico o successivo lo scegliere ciò che si è ricevuto. In che senso? Vi domanderete. Ebbene si, possiamo ricevere percezioni, informazioni inerenti qualcosa e qualcuno e non necessariamente doverci fare qualcosa. È una linea sottile che può essere colta ancora meglio chiarendo ulteriormente il ricevere, che viene spesso confuso con il subire, e quindi, con il dover gestire tutte le conseguenze annesse e connesse. Le parole sono “strette” quando proviamo a raccontare l’energia e i suoi funzionamenti. Ricevere è anche uno stato di presenza con tutto ciò che abbiamo intorno, un essere nella disponibilità di riconoscere qualsiasi persona e qualsiasi cosa per ciò che è, con la sua energia e il suo “marchio” di riconoscibilità. Attiene a non avere punti di vista su ciò che arriva nel nostro mondo, su ciò che noi siamo, su ciò che gli altri fanno e/o non fanno: è lo spazio dell’interessante punto di vista per il quale si permette a tutto e a tutti di essere “tutto” e di scegliere qualsiasi cosa. L’assenza del giudizio - “positivo” o “negativo” - facilita il ricevere: non metto argini a ciò che è possibile e al fatto che qualcuno, pur essendo al momento una energia poco espansiva, possa un giorno essere accolto nella sua totalità, ricevuto e soprattutto riconosciuto come un contributo. Il ricevere è una delle quattro funzioni dell’essere infinito: sapere, essere, percepire e ricevere. Quando si fa una domanda - e Access Consciousness è nato praticamente da una domanda di Gary Douglas “Come vorrei che fosse la mia vita?” – ci si apre a RICEVERE una energia, una informazione, una consapevolezza. E tutto questo ha a che fare con il “farsi carico” e “tenersi addosso” ciò che arriva?

Nella prima Fondazione ricordo ancora la facilitatrice che cercava di spiegarci il ricevere e come esso non dovesse implicare obbligatoriamente lo scegliere. Portò l’esempio del cobra: lo vedi, sai cosa può fare, percepisci la sua energia, lo includi nella tua consapevolezza così potrai riconoscerlo ogni volta, però non te lo porti a casa, non lo SCEGLI… BOOM. E quanta leggerezza e facilità in quel semplice esempio che conteneva un mondo. Puoi fare una domanda del tipo “Come sarà la mia vita tra 5/10 anni se scelgo di…? (aggiungi ciò che vuoi)”, ricevi una informazione energetica che può essere di espansione, gioia ed allegria, oppure di contrazione e pesantezza e non necessariamente DEVI scegliere. Puoi permetterti di fare ciò che ti funziona e anche ciò che non è leggero, seppure la domanda e il ricevere siano una condizione di preparazione ad una possibilità di potenziamento. Eppure quanto spesso fatichiamo a stare con muri e barriere giù rispetto ad eventi e persone perché abbiamo il punto di vista che poi dobbiamo farci necessariamente qualcosa con tutto questo, compreso esserne l’effetto, e che non sia possibile altro: c’è sempre un sottile ma potente fraintendimento tra ricevere e subire. “Sai, sono talmente percettivo che quando sto a contatto con le persone mi arrivano mille informazioni, e anche la loro energia, e tutto si ferma sul mio corpo e allora preferisco evitare di essere a quella chiamata o di venire a quell’evento perché non voglio stare per 2 giorni a pulire ciò che ho assorbito”. Chi, almeno una volta nella sua vita energetica, non è andato in questo spazio? Ecco, questo non è totalmente il ricevere: se sto veramente con i muri abbassati tutto arriva, mi attraversa e scorre via. Poi può essere scomodo; ma ricevere che qualcosa o qualcuno sia molto contraente non va di pari passo con il doverlo scegliere; e come la facilito la contrazione? “Quale giudizio ho qui che non mi permette di essere totalmente in allowance?” “Tutto questo è veramente rilevante per me?” È l’energia il primo e più potente linguaggio: gli altri scelgono di fare ed essere quel qualcosa semplicemente perché hanno voglia di farlo e di esserlo. Non è personale. E quanto più spaziosa sarebbe la nostra vita se fossimo disposti a ricevere tutto e tutti, senza punti di vista? Il Dr. Dain Heer, co-fondatore di Access Consciousness, suggerisce di essere molto presenti tutte le volte che la nostra consapevolezza supera la nostra allowance. Ovunque la mia allowance non supera la mia consapevolezza distruggo e screo. E dopo aver attivato il processo di pulizia tutto è più leggero, ti viene anche da sorridere rivedendoti in quella energia del re e della regina del PERCEPIRE, con spruzzate di dramma e trauma. “Percepisco cose che voi umani...” parafrasando la mitica frase di Rutger Hauer nel film capolavoro BLADE RUNNER.